INTERNO NOTTE

“Ogni anno arriva quella cazzo di data.
Quel giorno da cancellare via” pensò Renato, appena atterrato nel suo buco al piano terra.

Dopo l’ennesima giornata estenuante, passata a dispensare sorrisi in cambio di due spicci, “tolgo via ‘sti stracci e do fondo al Jack! Sì Signoreee!”.
La seratina era ormai collaudata o forse no? 
“Sai che c’è… per l’occasione me ne scolo due di bocce, evva-ffan-culo”, aggiunse con tono perentorio.

Il duemilaventuno però, riserva grandi sorprese.

Renato non ebbe neanche il tempo di togliersi i suoi ridicoli occhiali da checca isterica.

Posa il culo pesante sulla sedia e… “Puttana Eva!”, esclama.

Già, forse quel 24 Marzo era veramente diverso da tutti gli altri.

Non soffiava una candelina da tanti anni ormai il buon Renato… e adesso? che si fa?

“Quanti secondi ho per decidere cosa ca-zzo-fare?!”

Tic tac, tic tac…
Resta poco tempo ormai.

Renato si chiude nel cesso, abbandonando la bottiglia di Jack lì sul tavolo, intonsa.

“Sorridi vecchio figlio di puttana, che stasera ci si diverte sul serio” disse  tenendosi su le estremità delle labbra con le sue dita sudicie.

Quella sera lo specchio del bagno non vide altro.
Niente pianti, nessuna tragedia greca.

Solo sorrisi.
Beoti sorrisi.

ESTERNO NOTTE

Una gioia esplosiva illuminò a giorno le finestre, ammutolite, di tutto il vicinato.
Poi, un silenzio tombale.

Sorridi ancora Renato.
Fallo per tutti noi.